martedì 20 dicembre 2011

Tortine alla ricotta e limone

Quando ho cambiato casa, meno di tre mesi fa, i miei amici storici mi hanno regalato il forno nuovo.
È simile a un fornetto da tavolo, però è molto più grande (52lt), può tenere comodamente una teglia da lasagne per 6 persone, anzi due, su due piani, ed è ventilato.
Così ho cominciato a provare ricette varie per vedere come funziona. Anche se i dolci non sono mai stati il mio forte, domenica mi sono cimentata nella preparazione di tortine di ricotta al limone, perché venivano dei miei amici carissimi a merenda.
Beh, il risultato è stato molto incoraggiante.
Ecco qua la ricetta per 12 tortine ottime per la prima colazione o la merenda.

Ingredienti: 200g di ricotta, 180g di farina, 180g di zucchero, la buccia grattugiata di un limone, 2 uova, una bustina di lievito per dolci.

Mescolare bene le uova con lo zucchero, aggiungere la ricotta setacciata e amalgamare bene, poi aggiungere la buccia di limone grattugiata, la farina (poco a poco, sempre mescolando) e infine la bustina di lievito.
Riempire fino a metà i pirottini di carta (quelli per i muffin) e infornare a 180º per 20 minuti.
Pochissimo tempo, pochissimo lavoro e una spesa veramente irrisoria per rallegrare la tavola della merenda. Suppongo che potrebbero venire bene anche con la buccia d'arancia al posto di quella di limone, e magari qualche goccia di cioccolata fondente mescolata all'impasto. Proverò e vi farò sapere.

sabato 17 dicembre 2011

Ciabattine di gamberi broccoli e funghi


È Natale, quasi. Quest'anno non scendo in Italia. E dunque per noi tre (che resteremo nei pressi di Parigi) ho deciso che preparerò cibi raffinati o sfiziosi che non ho mai preparato.
Ho cominciato oggi con questa ricetta francese, chaussons marins au brocoli che ho ribattezzato ciabattine (sarebbe panzerotti, ma non mi piace) di gamberi broccoli e funghi.
Mi pare sia venuta una cosa molto dignitosa. 

Do ingredienti e ricetta di seguito.

INGREDIENTI: X 3 PERSONE (10-13 CHAUSSONS)


  • 1 rotolo di pasta sfoglia già steso
  • 12 gamberetti già cotti da sgusciare
  • 1 testa di broccolo (ma usarne solo la metà)
  • 100 g di funghi champignon (quelli bianchi)
  • 1 scalogno piccolo (oppure 1/2 grande)
  • 1 cucchiaino di sesamo bianco (se non lo trovate, non fa nulla)
  • 2 fili di erba cipollina
  • 1/2 limone
  • 1 uovo 
  • 1 tuorlo (per spennellare)
  • olio d'oliva
  • sale & pepe
Preriscaldate il forno a 200°C (se intendete mangiarli subito)

Lessate i fiori di broccolo (precedentemente lavati nell'acqua fredda) nell'acqua bollente salata.

Srotolate la pasta sfoglia e ricavate tanti dischi quanti possibile (io ho fatto dei tondi di 9 cm, ma secondo me se li fate di 10-12, è meglio. Oppure riducete la farcia).

In una padella capiente, mettete un po' d'olio extra vergine d'oliva, aggiungetevi lo scalogno (quella della foto di sotto è troppo grande, ne ho messo la metà) tagliato a rondelle,  a fuoco basso. 

Dopo pochi minuti, aggiungete i funghi puliti e  tagliati a lamelle e cuocere per circa 10 mn. 

Fuori dal fuoco, aggiungete i semi di sesamo (si vedono qui sopra, sembrano chicchi di riso), il prezzemolo, l'erba cipollina. Salare  e pepare. 

A questo punto, aggiungete un uovo intero e amalgamatelo alle verdure. Poi spengete tutto. 

Dopo aver umidificato i bordi dei dischi di pastasfoglia con un po' d'acqua fredda, mettete la farcia in mezzo a ogni cerchio, aggiungete il gambero e qualche goccia di limone

Ripiegate la pasta su se stessa per fare la mezzaluna, saldare i bordi con le dita (io ci ho passato anche la rondella tagliapasta e spennellate con il tuorlo d'uovo

Infornate nel forno già caldo a 200°C per 20-25 minuti.
Si mangiano caldi o tiepidi. NON FREDDI.
 * * *

N.B. Per la ricetta con le foto passo dopo passo, clicca qui.


venerdì 10 giugno 2011

Pollo con le pere

La mia migliore amica (amicizia plusquarantennale) è un'ottima cuoca. È anche stata cuoca in una materna preparando 300 pasti al giorno per un certo periodo della sua vita. Scrupolosa e precisa di suo.
La mia migliore amica è sposata da tanti anni con un uomo di quelli competitivi (ma a ragione) ai fornelli. Se lei è precisa, lui è inventivo.
A tutto ciò si aggiunga che in tredici anni non mi è mai capitato di mangiare due volte lo stesso piatto in casa loro. Oh, ma poteva pure capitare, visto l'alto numero di pranzi e cene che mi hanno vista loro ospite! Macché.

Stavolta - in occasione di un mio raid a Roma - lui mi ha preparato un piatto semplice e rapido nell'esecuzione, che costa poco  e che per giunta è gustosissimo.

Lo posto qui per chi va di fretta, ma non intende rinunciare ad assaporare con calma il suo piatto.

POLLO CON LE PERE (ricetta per 3 persone che mangiano poco)

2 petti di pollo
1 pera
1/2 bicchiere di vino bianco
1 fetta di speck (aut similia)
1/2 cipolla
sale, pepe q.b.
farina q.b. (meglio se quella  che non fa grumi)
40 g. burro (oppure olio e.v.o.) per la padella

1 padella antiaderente di 24 cm

Tagliate i petti a striscioline (oppure a cubo) e infarinateli.
Nel frattempo prendete una pera, privatela del torsolo e della pelle (se potete irrorare di un po' di limone per non farla scurire). Tagliatela a quadrotti.
Nel frattempo, in una padella avrete messo a far dorare il burro con la cipolla tagliata sottilmente.
Unite lo speck tagliato a filetti, aggiungete i petti infarinati (scuoteteli un po', prima di metterli in padella per eliminare la farina in eccesso) e fate dorare rivoltandoli. Sale + pepe.
Bagnateli con il vino bianco e lasciate evaporare un attimo.
Aggiungete la pera tagliata a quadrotti.
Lasciate insaporire e portate a tavola.

Tempo di percorrenza: molto poco, fate a occhio.
P.S. Se non avete lo speck, aggiungete della lonza. Qualcosa che contrasti con la dolcezza della pera. Come un piccolo schiaffo.

mercoledì 6 aprile 2011

Pesto all'aglio orsino

Mi sono iscritta a un'associazione di produttori altoatesini che coltivano e spediscono direttamente a casa i loro prodotti, rigorosamente biologici. Ovviamente questi produttori hanno fatto rete su tutta Italia, per avere una grande varietà di prodotti, però sempre, rigorosamente di stagione. E' stata una scommessa: cominciare a utilizzare solo prodotti di stagione, anche quelli che fino ad ora non avevo mai usato.  Per fortuna sul sito dell'associazione si possono trovare ricette semplici e gustose che insegnano a utilizzare in modo molto vario questi ortaggi.
Questa settimana nella magica cassetta, fra le tante cose, ho trovato l'aglio orsino.  E' un erba che cresce lungo i fossi, nei boschi, nei prati, in luoghi umidi e che ha profumo e gusto di aglio, anche se meno intenso.
Tra le varie preparazioni proposte nel ricettario con il figlio più grande, che si è fortemente appassionato nella scoperta di queste verdure "sconosciute", abbiamo scelto il pesto che richiede più o meno queste dosi: 100 g. di aglio orsino, 100 g. di mandorle, 300 g. di olio extravergine di oliva, mezzo cucchiaino di sale.
Abbiamo modificato un po' la ricetta aggiungendo circa 30 g. di pinoli per rendere più corposo il tutto.
Dopo aver lavato per bene e asciugato le foglie di aglio, le abbiamo messe nel mixer insieme alle mandorle spellate e ai pinoli, poi abbiamo tritato il tutto aggiungendo l'olio a filo.
Nel frattempo abbiamo cotto gli spaghetti integrali, dopodichè li abbiamo conditi con il pesto. Il risultato è stato strepitoso.

Questo pesto può anche essere utilizzato per tartine o per condire carni o pesce.

A proposito, si chiama orsino perchè sembra che gli orsi, al risveglio dal letargo, ne mangino grandi quantità per riprendere forza (e a mio parere per purgarsi dopo il blocco delle funzioni intestinali dovuto al letargo). Quest'ultima cosa l'ho imparata da Il miglior amico dell'Orso, di Arto Paasilinna, libro divertentissimo, come tutti quelli di Paasilinna, del resto!

venerdì 25 marzo 2011

Finto baccalà tricolore

Dovete sapere che sono a dieta. Una dieta abbastanza drastica che dovrebbe servire ad abbassare il colesterolo (chi ha ascoltato il programma da Bologna stamattina, avrà saputo che un mese fa ce lo avevo a 282...) e anche a diminuire di peso.
Ora, una coniglia doc non può che amare il buon cibo, e quindi immaginerete da soli che fatica sia mangiare cibi tristi, poveri di calorie e di condimenti. Per questo diventa indispensabile fare sfoggio di creatività e inventare imitazioni a basso impatto calorico di piatti "speciali". Stasera mi sono inventata il baccalà finto, preparato con il merluzzo, senza patate e con pochissimo olio.
Ecco qua il risultato, gradevole alla vista e al palato e in sintonia con i festeggiamenti per i 150 anni dell'unità d'Italia.

Ingredienti per una persona:
200g di filetto di merluzzo surgelato - 166 cal
due cipolle bianche di media grandezza (250g circa) - 62 cal
10 pomodorini ciliegini (200g circa) - 40 cal
1/2 cucchiaio di olio evdo - 45 cal
4 olive snocciolate tagliate a pezzettini - 53 cal
sale

Preparazione:
Far scongelare i filetti di merluzzo.
Tagliare le cipolle ad anelli sottili e metterle con il mezzo cucchiaio di olio in un tegame basso, meglio se di inox o col fondo in ceramica. Iniziare a far stufare a fuoco basso con un po' di sale e il coperchio, quindi aggiungere i pomodorini lavati e tagliati in quattro. Quando pomodorini e cipolle si sono ammorbiditi, poggiarci sopra i filetti di merluzzo e coprire di nuovo. Dopo pochi minuti, mescolare vigorosamente con il cucchiaio di legno in modo che il merluzzo si spezzetti per bene, come se fosse baccalà sfilettato. Lasciar asciugare a fiamma vivace e servire.
Totale: 366 calorie per un bel piatto profumato, colorato e saporito.

Parola di coniglia a dieta!

giovedì 27 gennaio 2011

Torta con yogurt

Mi pare strano non aver ancora "postato" un dolce che preparo da trent'anni e più.
Ricordo che ero studentessa universitaria e preparavo l'esame di tedesco insieme con Lilla, la mia amica-collega. La sua mamma era (ed è)  una professoressa che aveva preferito fare la mamma di 4 splendide figlie (una delle quali è la grande Chiara Castellani, all'epoca, mia compagna di atletica). Ci preparava il pranzo e un giorno portò in tavola una semplicissima torta, max 20 cm di diametro. Buonissima.

Oggi, quando sono un po' giù o quando voglio far trovare a mio figlio di ritorno dall'università qualcosa di dolce, preparo la torta della mamma di Lilla e di Chiara.

Eccola.

Per prima cosa, però, accendete il forno a 180°.
  • Prendete un vasetto di yogurt bianco naturale (ma se lo avete alle ciliegie o alle banane, va bene lo stesso) da 125g e svuotatelo dentro una terrina.
  • Riempitelo di olio di semi (meglio se di girasole) per 2/3 (due terzi) e svuotatelo nella terrina
  • Riempitelo ora di zucchero (una sola volta) e hop, dentro la terrina
  • Riempitelo per 2 volte di farina e... nella terrina
  • Aggiungete nella terrina 2 uova intere
  • 1 bustina di lievito pan degli Angeli aut similia
  • Sbattete tutto velocemente con lo sbattitore elettrico (o a mano)
Prendete uno stampo piccolo che avrete precedentemente imburrato e spolverato con un po' di farina.
Se lo stampo è di 20 Ø, verrà bella alta, altrimenti rassegnatevi. Oppure raddoppiate le dosi qui sopra.

Con il forno già caldo sono sufficienti 30 minuti. Se infornate a freddo, 40°-45°.
Voi buttateci l'occhio, ogni tanto.

P.S. L'esame di tedesco andò benissimo. Anzi: ausgezeichnet !

A volte non si ha proprio lo stampo tondo (come me ieri). E allora ho preso quello di plum cake (per il risultato, clicca qui)

mercoledì 19 gennaio 2011

Torta Vesuvio

Su Faccialibro faccio parte di un gruppo di mamme, e anche un papà, che amano cucinare e fotografare le loro produzioni culinarie. E' un gruppo variegato come età e come provenienze geografiche, e anche come gusti, così ci scambiamo ricette di ogni tipo, sia delle varie tradizioni regionali, sia con contaminazioni da paesi diversi dall'Italia. La caratteristica che però accomuna il gruppo è quella di fare una torta partticolare, la torta delle rose, sia dolce che salata, torta della sorellanza, in un qualche modo.
Io non l'ho mai fatta e oggi per la prima volta mi sono prodotta in una variante salata.
Ecco la ricetta.
Ingredienti: 3 uova, 100 g. di latte, 100 g. di burro ammorbidito, 25 g. di lievito di birra (o 1 bustina di lievito di birra liofilizzato), 550 g. di farina, 1 cucchiaino di sale, 1 cucchiaino di zucchero, 2 cucchiai di parmigiano. il ripieno di questa torta è fatto con 200 g. di emmenthal grattugiato e 200 g. di prosciutto cotto affettato e poi fatto a quadratini.

Sciogliere il lievito nel latte tiepido con il cucchiaino di zucchero e un po' di farina, sulla spianatoia mettere a fontana la farina restante, ponendo sul bordo il sale, il parmigiano e i pezzettini di burro. Versare nel centro il lievitino e poco alla volta impastare tutti gli ingredienti, aggiungendo le uova già sbattute per ultime. Impastare vigorosamente fino ad avere un impasto liscio ed elastico. Mettere l'impasto in una terrina, coprire e lasciare lievitare per un'ora e mezza fino a che l'impasto non raddoppia il suo volume. terminata la lievitazione, suddividere l'impasto in palline di circa 50 g. l'una: ne vengono circa 16 o 17.  Con il mattarello stendere ogni pallina e riempire ogni piccola sfoglia di circa un cucchiaio abbondante ripieno, poi chiudere come un fagottino. posizionare i fagottini con la chiusura all'ingiù in una tortiera abbastanza grande imburrata e infarinata, tenendoli vicini uno all'altro. Spennellare la superficie con un uovo sbattuto e cospargere di semi a scelta, io ho usato quelli di sesamo. Infornare in forno già caldo a 180° per 40 minuti. Sfornare e attendere un po': la torta va servita tiepida.

Ciambella alla ricotta

Quando sono all'eremo e siamo in tanti c'è voglia di fare colazione o merenda con qualcosa di dolce. Siccome sono molto distratta e non ricordo mai perfettamente le dosi delle ricette, uno dei dolci che faccio spesso, e che riscuote sempre successo, è questa torta con la ricotta. Me la insegnò anni fa la mia amica Manuela, sempre alla ricerca di cose gustose e non eccessivamente elaborate, avendo sempre molto poco tempo da dedicare alla cucina.

Ingredienti: 300 g. di ricotta, meglio se di pecora, 300 g. di zucchero, 3 uova, 300 g. farina, 1 bustina di lievito vaniglinato per dolci, 1 bustina di vaniglina o la scorza grattugiata di un limone.

Lavorare con un cucchiaio di legno in una terrina la ricotta e lo zucchero. Quando la ricotta è ridotta in crema, aggiungere le uova una alla volta, e alla fine la farina insieme al lievito. Imburrare e infarinare una teglia ad anello, versarvi l'impasto e cuocere in forno già caldo a 180° per 45 minuti.

A chi piace, quando la torta si è raffreddata, cospargere la superficie di zucchero a velo.

martedì 4 gennaio 2011

I cappelletti della mamma: la mia poesia di Natale. (da Silvia, Mogliedaunavita)

“intanto che la maria è sotto il casco vieni che iniziamo a fare la sfoglia!” c’era sempre qualche cliente di mamma sotto il casco, a qualsiasi ora del giorno e della sera. fosse fra settimana o festivo. ma a natale, a natale era un’apoteosi di pettinate, permanenti, tinture, teste da lavare e cappelletti da fare, latte brulè da consegnare e regali da impacchetare. sono cresciuta in una casa dalle porte aperte e dalla tanta gente. in una famiglia al femminile con un solo uomo, il babbo, che rincorreva sottane. tutte. si respirava allegria e confidenza anche nei giorni di sfuriate e c’era sempre qualcuna che capitava all’improvviso e come niente fosse si metteva a far qualcosa. togliere bigodini, tagliare biscotti, prendere in giro babbo. mamma col sorriso stampato e lo stupore costante andava da una stanza all’altra della casa col camice bianco chiazzato di colore scuro e dava ordini subito dopo aver fatto lei stessa la cosa che comandava. tipo:” prendi la farina e mettila sul tagliere, tre zimnine per tre uova, cosi”…e già aveva contato uno, due, tre. “renzoooo, tira fuori il batù”…e già partiva con le mani infarinate a prendere il ripieno che si doveva ammorbidire un poco fuori frigo. non ho mai passato molte serate fuori casa a qualsiasi età perchè era troppo divertente stare esattamente dov’ero. immersa in una sit-com naturale. già dall’inizio dicembre si cominciavano i preparativi, iniziavano le ansie per i regali da fare che erano sempre tanti e così poco il tempo…così spesso, mamma, regalava il latte brulè. molti arrivavano con le uova. se non le hai…e poi addobbare gli alberi, fuori e dentro, mettere i festoni e le stelle sugli specchi della “camera dove lavoro” ci teneva tanto la mamma ai pacchetti sotto l’albero ma non riusciva a far sorprese. aveva l’ansia di vederci felici e ci diceva subito cosa ci aveva comprato. e siccome sapeva che sia io che mia sorella volevamo la sorpresa era impegnata fino all’ultimo a impacchettare di tutto, dalle scatole dei fiammiferi a quelle dei cioccolatini usate, naturalmente fra una messa in piega e una sfoglia di tre uova alla volta per i cappelletti. che si facevano rigorosamente la sera. tutte insieme attorno al tavolo. e se vado nel tempo ancora più indietro…attorno a quel tavolo ritrovo la zia che viveva saltuariamente con noi, sarta, zitella e perdutamente innamorata di cary grant, la nonna che si addormentava col cappelletto in mano, il babbo con le sue battute e i suoi baci per tutte e le vicine di casa che spettegolavano allegramente.  meno televisione, più chiacchiere, tanto natale e i cappelletti della mamma. questi si che sono buoni
per il batù:
550 grammi di parmigiano stagionato. una noce moscata. 150 grammi di mortadella in una sola fetta. 2 uova grandi. pizzico di sale. fare l’amalgama e metterla in frigorifero fino al giorno dopo. poi impastare tre uova di pasta…più due…come ho fatto io che 5 alla volta son troppe anche con la macchinetta.