martedì 4 gennaio 2011

I cappelletti della mamma: la mia poesia di Natale. (da Silvia, Mogliedaunavita)

“intanto che la maria è sotto il casco vieni che iniziamo a fare la sfoglia!” c’era sempre qualche cliente di mamma sotto il casco, a qualsiasi ora del giorno e della sera. fosse fra settimana o festivo. ma a natale, a natale era un’apoteosi di pettinate, permanenti, tinture, teste da lavare e cappelletti da fare, latte brulè da consegnare e regali da impacchetare. sono cresciuta in una casa dalle porte aperte e dalla tanta gente. in una famiglia al femminile con un solo uomo, il babbo, che rincorreva sottane. tutte. si respirava allegria e confidenza anche nei giorni di sfuriate e c’era sempre qualcuna che capitava all’improvviso e come niente fosse si metteva a far qualcosa. togliere bigodini, tagliare biscotti, prendere in giro babbo. mamma col sorriso stampato e lo stupore costante andava da una stanza all’altra della casa col camice bianco chiazzato di colore scuro e dava ordini subito dopo aver fatto lei stessa la cosa che comandava. tipo:” prendi la farina e mettila sul tagliere, tre zimnine per tre uova, cosi”…e già aveva contato uno, due, tre. “renzoooo, tira fuori il batù”…e già partiva con le mani infarinate a prendere il ripieno che si doveva ammorbidire un poco fuori frigo. non ho mai passato molte serate fuori casa a qualsiasi età perchè era troppo divertente stare esattamente dov’ero. immersa in una sit-com naturale. già dall’inizio dicembre si cominciavano i preparativi, iniziavano le ansie per i regali da fare che erano sempre tanti e così poco il tempo…così spesso, mamma, regalava il latte brulè. molti arrivavano con le uova. se non le hai…e poi addobbare gli alberi, fuori e dentro, mettere i festoni e le stelle sugli specchi della “camera dove lavoro” ci teneva tanto la mamma ai pacchetti sotto l’albero ma non riusciva a far sorprese. aveva l’ansia di vederci felici e ci diceva subito cosa ci aveva comprato. e siccome sapeva che sia io che mia sorella volevamo la sorpresa era impegnata fino all’ultimo a impacchettare di tutto, dalle scatole dei fiammiferi a quelle dei cioccolatini usate, naturalmente fra una messa in piega e una sfoglia di tre uova alla volta per i cappelletti. che si facevano rigorosamente la sera. tutte insieme attorno al tavolo. e se vado nel tempo ancora più indietro…attorno a quel tavolo ritrovo la zia che viveva saltuariamente con noi, sarta, zitella e perdutamente innamorata di cary grant, la nonna che si addormentava col cappelletto in mano, il babbo con le sue battute e i suoi baci per tutte e le vicine di casa che spettegolavano allegramente.  meno televisione, più chiacchiere, tanto natale e i cappelletti della mamma. questi si che sono buoni
per il batù:
550 grammi di parmigiano stagionato. una noce moscata. 150 grammi di mortadella in una sola fetta. 2 uova grandi. pizzico di sale. fare l’amalgama e metterla in frigorifero fino al giorno dopo. poi impastare tre uova di pasta…più due…come ho fatto io che 5 alla volta son troppe anche con la macchinetta. 

1 commento:

ANNA MARIA PELLEGRINO ha detto...

Molto lieta Jacqueline! Ma è bellissima l'idea di raccogliere le ricette del Coniglio: è un programma che seguo dall'inizio, praticamente!

Rispondo alle domande che mi ha fatto nel post del pan di spagna espresso:

Il burro già chiarificato?
Per burro chiarificato si intende il burro privato di scorie ed impurità: si trova in commercio prodotto dalla Giglio in scatole metalliche, nei negozi "etnici" in quanto è il burro che si usa nella cucina indiana (glee) oppure lo puoi preparare tu sciogliendo lentamente il burro a bagnomaria e filtrandolo poi così da ottenere un panetto pulito. In cottura non diventerà scuro ed al gusto è più amabile.

Le uova scriveranno?
Quando si lavorano le uova a lungo montandole con lo zucchero (procedimento che incamera aria rendendo gli impasti leggeri e soffici) si ottiene un composto chiaro e spumoso: con la punta della frusta intinta nell'impasto prova a "scrivere" sulla superficie del composto stesso. Se vedi per qualche secondo ciò che hai scritto, e non viene assorbito subito tutto, vuol dire che il composto ha incamerato la giusta quantità di aria ed è perfetto. per il pan di spagna servono almeno 15 minuti!

Spero di essere stata chiara e comunque sono sempre a tua disposizione!
Buona serata.
Anna Maria