La Ribollita Furba della Linetta
La Linetta era la mamma della Sandra, che anche se non bene ho avuto la fortuna di conoscere. Da buona toscana, la Linetta faceva la ribollita; ma da madre lavoratrice, a un certo punto aveva escogitato un modo per farla più rapidamente e con meno fatica rispetto alla ricetta tradizionale. (Se siete centro-meridionali e vi dà fastidio l'uso dell'articolo determinativo davanti ai nomi propri, perdonatemi ma questo è un post ad alto tasso di centro-settentrionalismo. Se siete cresciuti in una grotta e non sapete cos'è la ribollita, qui https://it.wikipedia.org/wiki/Ribollita i rudimenti.)
Ed ecco qui la ricetta, editata da un messaggio personale della Sandra. (Sandra, non avertene a male, non è un rimprovero, ma manchi come il pecorino grattato sull'amatriciana. E ho detto tutto.)
Allora, innanzitutto per la ribollita non si può prescindere dal cavolo nero. Si compra, si monda, si taglia a listerelle, facilissimo. Poi non si può prescindere dal pane secco avanzato. Per puristi e habitué, sciocco, cioè senza sale, per gli altri quello che c'è. (Il senso della ribollita è non sprecare il pane secco.) Quindi:
Prendete un minestrone surgelato classico, qualunque marca va bene. Preparatelo normalmente, aggiungendo ancora a freddo il cavolo nero. Lasciatelo un po' brodoso e aggiustatelo di sale; più generosi se il pane è sciocco, più avari se non lo è. Per le quantità andate a occhio, secondo quanto pane secco avete accumulato avrete scelto un minestrone da un chilo, da 750 grammi o da 500.
Mettete in un recipiente largo e fondo tipo terrina grande il pane secco, scodellateci sopra il minestrone e lasciate riposare a lungo, anche un giorno per l'altro, dopo aver aggiunto un barattolo di fagioli cannellini scolati e sciacquati.
Il giorno dopo, in una padella larga e non troppo bassa, fate soffriggere un po' d'aglio, tritato o affettato, in olio extravergine d'oliva e poi sbatteteci dentro la mistura, il pane si sarà intriso di brodaglia e sarà fradicio al punto giusto.
Adesso ci vuole un po' di pazienza, bisogna rimestare senza stancarsi con il cucchiaio di legno finché l'insieme non diventa un bel pastone (se necessario schiacciate con la forchetta qualche tocco di verdura o qualche crosta di pane che ancora resiste). Dopodiché abbassate la fiamma o la piastra al minimo e appoggiate il coperchio sul tegame tenendolo sollevato con il cucchiaio.
Ora potete anche andare a fare altro, ma a brevi intervalli regolari (non più di dieci minuti) dovete tornare a controllare che sul pastone si sia formata una pellicina; se c'è, rimescolate e ripetete da capo (pausa, controllo, pellicina, rimescolata...) finché la ribollita non vi sembra pronta. Secondo le nonne toscane la ribollita dovrebbe fare "sette veli", ma non siamo così fiscali, andiamo a sentimento, l'importante è che alla fine il cucchiaio ci stia in piedi da solo.
Si serve calda o tiepida con un filo d'olio a crudo, e si conserva (in frigo o in freezer, magari sporzionata) più o meno in eterno.
Enjoy, e non seguitemi per altre ricette perché le ho finite 
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