lunedì 19 aprile 2010

Fagiolini alla tedesca

Mi piaceva seguire mio marito quando andava in Germania per le sue riunioni presso la casa madre dell’azienda per la quale lavorava. Era la mia piccola fuga dalla realtà, una fuga che distava 800 chilometri da casa. Avevamo sempre una camera riservata all’Alselber Stube che noi avevamo soprannominato Alzheimer Stube. Era una camera grande con un letto ricoperto da un pesantissimo piumino d’oca che ci costringevano ad usare anche in estate ma andava bene comunque; durante le fughe non si sta a guardare molto per il sottile.

La mattina, quando mio marito si rinchiudeva negli uffici per le sue riunioni fiume che duravano tutto il giorno, io me ne andavo in giro per il minuscolo paese e poi mi incamminavo per le strade che portavano nel bosco e, quando ero stanca, mi riposavo nel parco, vicino al lago e leggevo, leggevo, leggevo.

Il problema sorgeva all’ora di pranzo quando dovevo entrare in un ristorante e districarmi con il menu. Riesco a comprendere il senso di una frase in tedesco ma da qui a capire un menu, ce ne passa. Così mi limitavo quasi sempre ad ordinare Wienerschnitzel mit pomfrites und mineral Wasser che sarebbe più banalmente una cotoletta alla milanese con patatine fritte e dell’ acqua minerale.

Così feci anche quella volta che venne il cameriere. Finsi di interessarmi al menu ed alla fine nel mio tedesco migliore feci la solita ordinazione aggiungendo, segnandola con il dito, un’altra verdura senza sapere di che si trattasse. Eh sì, mi piace il rischio .

Devo dire che, anche se banale, la cotoletta impanata è sempre gradevole. Il piatto sconosciuto si rivelò poi essere dei deliziosi fagiolini ripassati in padella.

Il momento del conto è parimenti problematico. Sapevo come chiedere il conto. Il cameriere generalmente enuncia a voce il totale. A questo problema si aggiunge quello della mancia. Ogni Paese ha la sua regola per lasciare la mancia. Da noi si lascia sul tavolo dopo aver pagato. In Germania sarebbe un’offesa per il cameriere per cui si dichiara in anticipo il totale che intendiamo pagare. Facile? Ovviamente sì se si conosce il tedesco. Un po’ di meno quando non lo si conosce.

Naturalmente non avevo capito a quanto ammontava il conto così feci segno al cameriere di scrivere il totale e io glielo riscrissi maggiorato della mancia.

Molto soddisfatta di come ero riuscita a risolvere il problema, mi avviai verso l’uscita e rivolsi al cameriere il mio più brillante “auf Wiedersehen” e lui, con uno smagliante sorriso rispose, in perfetto italiano: “Arrivederci signora, ritorni presto, mi chiamo Mario”.

Fagiolini alla tedesca.

Fagiolini bolliti

Speck a cubetti

Cipolla

Olio

In una padella far rosolare la cipolla tagliata sottile con lo speck a cubetti.

Aggiungere i fagiolini bolliti e lasciare insaporire.

Non aggiungere sale, lo speck contiene già il sale necessario.

2 commenti:

Unknown ha detto...

che storia divertente, e scritta bene!

marella ha detto...

Grazie Daniela, è una di quelle che pubblico sul giornalino dell'Università della Terza Età.
Appena ho tempo ne pubblico altre.