giovedì 29 gennaio 2009

Carnevale: è tempo di sfrappole

Sfrappole, frappe, cenci, galani, ogni regione dà un nome diverso ai classici dolci carnevaleschi.
Questa ricetta ha una storia singolare. Ero in Brasile da pochi mesi (febbraio 1992) e scoprii nella casa parrocchiale una macchina per tirare la sfoglia lasciata lì da una signora italiana che era andata a trovare i missionari anni prima. Mi venne voglia di fare le sfrappole ma non avevo la ricetta, così telefonai a Lucia, una signora di Bologna a casa della quale una volta ne avevo mangiate di squisite. Mi rispose velocemente con le dosi (le telefonate intercontinentali erano carissime) e io annotai tutto su un pezzo di carta ,che conservo ancora incollato su un vecchio quaderno di ricette.
Il giorno seguente mi misi al lavoro perché poi dovevo spostarmi in un'altra località per passare il Carnevale con altri amici italiani e volevo portare loro un pensierino gradito preparato con le mie manine sante. Vennero squisitissime, la ricetta di Lucia non poteva fallire!
Riposi le più belle in una scatola di cartone e le impacchettai per bene, appoggiai la scatola sulla borsa da viaggio, nello spazio fra i due manici, e mi diressi alla stazione dei pullman. Peccato che la scatola sia scivolata a terra proprio mentre sopraggiungeva un'auto che ci passò sopra con le ruote di destra... Ai miei amici arrivò una scatola schiacciata piena di deliziose briciole di sfrappole...

240g di farina
2 uova
20g di zucchero a velo
20g di burro
1 cucchiaio di cognac o grappa
Impastare il tutto, stendere una sfoglia molto sottile e tagliare in riquadri irregolari. Friggere in abbondante olio bollente, far asciugare su carta da cucina e spolverizzare con zucchero a velo. Et voilà. E attenti a come le trasportate...

3 commenti:

Jacqueline Spaccini (Artemide Diana) ha detto...

Quelle che mia nonna chiamava "le chiacchiere delle monache"...

Maf, mi sono accorta che nella tua ricetta non c'è scorza di limone, zucchero, né sale (come appare in altre ricette).

Poiché non mi sento di comprare una bottiglia di grappa (qui non trovo fialette né confezioni piccole) per le sole frappe, metterò il vino al suo posto.

Poi ti dirò.
:)

Sandra B. ha detto...

Sai che non ricordo se lo zucchero a velo va anche dentro o solo fuori? secondo me va solo fuori, vengono meno dolci, sono friabilissime...

Labelladdormentata ha detto...

Lo zucchero va solo fuori. Mia nonna, grande sfoglina, non ci metteva ne' vino ne' grappa, ma le tirava con il matterello sottilissime, poi le tagliava a nastro che poi intrecciava delicatamente e poi le friggeva. Per noi bambini era favoloso mordere quei deliziosi nodi croccanti che al primo morso "scoppiavano" sbriciolandosi e ricoprendoci di zucchero a velo!